Capire


Io non ti capisco
ti senti sopraffatto
ferito e alquanto scosso
ma poi ti sei nascosto e 
cercarti ora non posso.



Disegno e vago incerta
mi gira anche la testa
riempio i tuoi silenzi 
di rime e di parole
che volano nell’ etere
e stento anche a credere
che un giorno tu mi amasti.



Io non ti capisco
l'ermetica non è il mio forte
A stento mi raccapezzo
tra tutto il mio marasma
e tu che fai il fantasma
ed entri nei miei sogni 
che sono alquanto pregni
di mari e di bisogni
di tanti lieto fine 
di albe e di tramonti
di boschi e di campagne
di odori e di montagne



Io non ti capisco
e mica ci riesco
ad essere nel vago
A fingere uno stato
che non riconosco
Come il mio Paese
che assolve gli assassini
i furbi e i delinquenti
e manda a spasso quelli 
Rinchiude ahimè i ribelli.
"Yo soy rivolucionaria!"
Separo le ingiustizie
e sposo le cause giuste
combatto per il vero 
son donna per intero

L’amore è quel che resta 
e questo lo capisco! 



(D. d' Elia - 2016 tutti i diritti riservati)

La filastrocca dell'insonnia


Incomincia la conta,
inizia la veglia 
e dalle 3 che sono sveglia!
Sbadiglio sbadiglio
Ma poi mi ripiglio. 
Arriva un pensiero
È quello molesto
Lo prendo e gli grido
" io ti detesto! "
ha l'aria beffarda e insolente
ma è lì che resta
Sapendo che ormai
è iniziata la festa!
Ed ecco che fa capolino
elegante e imponente
Il pensier dell'amor deludente;
E senza pretese e inutili attese
Arriva poi quello delle così tante spese!
E si è persino seduto, cocciuto 
Il pensier dell'amore perduto. 
È voluto venire poi 
ad ogni costo 
quello "dei soldi 
non sono mai abbastanza"
che si dà ovviamente
tanta importanza! 
Arrivano a frotte
Si pigliano a botte:
Il lavoro che manca
Il governo che arranca
La schiena che duole 
Quel tipo mi vuole
Il futur del bambino
Il presente ed anche 
il padre che è assente.
I morti innocenti 
Quanti ne sono
Diciotto, diciannove, venti ...
Va bene mi arrendo
Mi scuso 
Mi pento
98, 99, 100 ...
È notte ormai fonda
Riprendo la conta

© Tutti i diritti riservati – d’Elia 2018

ad occhi chiusi

Libere dalla violenza

#8marzo

Saluti e baci 

Con chi esci? 
Dove vai?
Io ti amo , tu lo sai!
Un cazzotto nella faccia
L’importante che tu taccia
O mia stella,
mia regina
ti trascino per capelli
poi ti assesto un calcio in culo
il mio amore è imperituro.
Lui mi ama, son sicura
La mia è solo la paura
Di finire come quelle
Ammazzate accoltellate
quella è solo colpa mia
Alimento gelosia
Mi abbottono la camicia 
E nascondo anche il petto
Metto un velo di rossetto
Non gli devo dare appiglio
Faccio ché lui sia tranquillo
Mi hai stirato i pantaloni?
Mi hai lavato i calzettoni?
Le mutande e le camicie?
Ma fa schifo il tuo profumo
Mi dà noia la tua voce
Sei una donna o sei una croce?
Non lo dice per davvero
Non è questo il suo pensiero
È stressato e insoddisfatto
Il lavoro lo fa matto
E gli attriti coi colleghi
Le pretese del suo capo
I problemi di denaro
Lui è comunque tanto caro!
Questo cibo non è buono
Non sai neanche cucinare
Dammi il tuo cellulare
Che lo voglio controllare
Questa sera si fa sesso 
Se non vuoi per me è lo stesso
Verso lacrime ogni giorno
C’ho provato 
Io l’ho amato
Sono piena di ematomi
Ho ferite in ogni dove
Lo denuncio ho le prove
Era solo cosi per dire
Non lo posso mai tradire
Però mi voglio separare
Non riesco più a stare
Voglio vivere tranquilla
Voglio essere serena
Perché stare così in pena?
Basta, basta! gli ho gridato
E lui mi ha prima strattonato
Poi ha preso una pistola
E mi ha anche minacciato
Che se osavo mai lasciarlo
Se provavo a rifiutarlo
Viva non sarei più stata
Sono stata coraggiosa!
Non potevo ancor restare
Con i figli li a guardare
Botte, spinte e parolacce
Calci e pugni dappertutto
Non ci vuole pazienza
Se lui vive di violenza.
Gliel’ho detto all’ispettore
Ho parlato col dottore
Ed ho chiesto a tutti aiuto
Ma io vivo nel terrore 
Che reagisca al mio rifiuto
Mi perseguita e mi insegue
Me lo trovo dappertutto
Chiedo aiuto al magistrato
Chiedo aiuto a perdifiato.
Finalmente ce l’ho fatta
Sono libera e leggera 
È successo l’altra sera
Lui mi ha colto di sorpresa
E mi son per forza arresa.
Non piangete figli miei
Se io sono in una bara
Si l’abbiam pagata cara
Ma le lacrime versate
Si tramutino in risate
Contrastate la violenza
Coltivate la pazienza
La mia morte non sia vana
E che oggi questo dolore
Si tramuti in vero Amore!


© Tutti i diritti riservati – d’Elia 2018


 

La filastrocca della bugia

Le gambe corte e il naso lungo

Lo sguardo basso e il viso paonazzo

Certo se si diventa così poco attraenti

potrebbe essere un segnale

che qualcosa va un po’ male.

Va male dentro te e dovresti chiederti il perché

Nessuno te lo ha chiesto ma è così evidente

Che è un pretesto

che dire la bugia

nasconde un tuo disagio,

mancanza di coraggio, di perdita del sé

di vuoto intorno a te.

Essere bugiardi richiede di ferro la memoria

Per ricordar l’intera storia

Con tutti quei dettagli

che prima o poi ti sbagli.

Cadi in contraddizione che non c’è stato mai un campione in questa specialità

Di balle raccontate, di frasi lì buttate

Per convincere e far credere quello che non hai fatto

Il bravo che tu sei, il valore che non hai

E di quante meraviglie sarai capace

Ma è la verità quella che dà pace

Anche se costa parecchio

Ma che ti farà diventar un vecchio

Saggio,intelligente

integro moralmente.

Viviamo tutti immersi nell’ipocrisia

E lamentiamo la follia

di un mondo all’incontrario,

ma se non si ha la bramosia

di evitare la bugia

di gettare le maschere e

scalfire la menzogna

vivremo una vita per metà.

Evviva la verità per intero

Costi quel che costi

voglio vivere la vita

in un mondo che sia  vero. 

Daniela d’Elia © tutti i diritti riservati 2017

La Bicicletta

Incontro all'anno nuovo

Ora ve lo posso dire

Ho metabolizzato

Ragionato rivisitato

Ogni momento

Dal primo giorno

Della sorpresa

Inattesa

L’accorgimento dei dettagli

Per ogni battaglia

Con il bambino

Di pochi giorni

Sole cocente

Pioggia scrosciante

Vento ululante

Di notte di giorno

Elegante

Con i tacchi e gli spacchi

In jeans e maglietta

Legata

Ad alberi e pali

Su strade e per viali

Di corsa

Per gioia o per lavoro

E cantare a squarciagola

E a sognare che si vola

Inseparabile compagna

Di tanti anni

Ti hanno presa

Vilipesa

E tolta a me

O mia diletta!

Ora dovrò sostituirti

Con un’altra bicicletta!

Daniela d’Elia © tutti i diritti riservati 2017

Addì 14.06.2017 

Filastrocca per le persone perbene

La signorina perbene

Le persone perbene
hanno gli occhi con il sorriso
e se le guardi in faccia
non c'è niente che non ti piaccia.
Non hanno bisogno di recitare il credo
battersi il petto
per il mea culpa
e proclamar "Io prego".
Le persone perbene
si agitano per le ingiustizie
partecipano con ardore
e combattono apertamente
chi agisce falsamente.

i sotterfugi, il rubacchiar qui e là
l'avarizia dell'agire e
la miseria del loro sentire
son tutti segnali
di chi non sa
che per vivere con coraggio
non c'è bisogno di andare all'arrembaggio
e di far mambassa di tutto ciò che
suo non è
solo per il gusto di accumular denaro che
nemmeno sa come godere
perchè impegnato a gestire un potere
piccolo e dozzinale
che ha l'aspetto del suo pitale e
che non sa
che per uscire dalle fogne
non c'è bisogno di dir menzogne
o seminar tempesta
che tanto prima o poi
finisce questa festa.
Le persone perbene
vorrebbero dir loro
Vedi che il mondo è pieno di gente come te
e che tu non sarai mai un re
o una regina
ma solo il sovrano di una latrina!

Chi combatte il ladro e il truffatore
il vigliacco e il millantatore e
chi agisce lealmente e con franchezza
accumulerà la vera ricchezza.
Forse non avrà mai tesori ingenti
forse resterà un pò indietro e farà fatica immane
per conquistare un pò di pane
ma ne gusterà appieno la fragranza
senza una briciola di tracotanza
andrà avanti con fierezza
scrollandosi di dosso
tanta misera pochezza.

Daniela d’Elia © tutti i diritti riservati 

Dal mio viaggio in Nepal - i bambini di KatmanduFilastrocca per il Nepal


Mi ricordo di loro
in posa per la foto
allegri e spensierati
abitanti di quei templi
abilmente intarsiati.

Le strade polverose
L’odore delle spezie
I suoni ed il rumore
Di un popolo in fermento
Che resta sempre dentro.
La cosa che poi tocca
l’animo e la mente
È lo spirito e la fede
Di questa cara gente
Sorrisi a tutto spiano
Dolcezza e gentilezza
Respiro di una storia
Che inizia da lontano.

Il viaggio nel Nepal
La città di Kathmandu
La valle del Patan
Ai piedi dell’Himalaya
Chissà cosa ormai resta
Dopo la tragedia immane
Le grida di dolore,
macerie a non finire
la morte in ogni dove.

Si affollano i ricordi
di un viaggio nel passato:
la giacchetta blu
del bimbo impertinente
Che si fa fotografare
Col viso sorridente.
E poi la donna anziana
Davanti la sua casa
che fila con il fuso
un gomitolo di lana.
Bastasse solo un bacio
Per risvegliargli tutti
un gesto, una parola
o solo una carezza
che possa far svanire,
così com'è venuta,
la morte e la tristezza.

Daniela d’Elia © tutti i diritti riservati 2016

Filastrocca della speranza

Io non sono razzista e mi dispiace di quella gente

Ma è davvero prepotente

Vuole a tutti costi venire nel mio Paese

Per farsi la vacanza di qualche mese

nei centri di accoglienza

con l’aria di strafottenza

pretendono un lavoro, un posto dove stare

ma chi glielo fa fare?

Noi qui non abbiamo niente

A me dispiace di quella gente

Ma stanno invadendo la nostra Terra

Che vogliono, che cercano?

Dare aiuto, prodigarsi per il nuovo giunto

Ma fino ad un certo punto,

Quelli invadono casa mia

Violentano le nostre donne

E portano ogni sorta di malattia

È meglio dar loro il foglio di via

Non voglio enfatizzare le piaghe della società

La perdita di valori e la mancanza di solidarietà

Non voglio puntare il dito mettendo in rima

L’ignoranza del cervello chiuso di Salvini

il qualunquismo dei grillini

e l’arroganza dei piddini

tanto meno parlare di Berlusconi o della prepotenza dei fascistoni

Che nessuno si offenda  se il mio declamare

Non è rivolto alle nefandezze e a tutte queste schifezze

Ma oggi mi ispirano le nostre bellezze

E allora mi viene in mente Gino Strada e Cecilia

Sua figlia,  con la schiera di medici volontari

Che curano le persone

Alla pari

Senza discriminare sulla provenienza

O per trarne una qualche personale convenienza.

O la gente comune che si

Sbraccia per dare conforto

Senza pensare di subire

Chissà quale torto.

E a tutte quelle persone che si danno da fare

Per alleviare il male e la sofferenza

In un momento di grave emergenza.

Penso a Tiziano Terzani che ci ha lasciati

Ma le sue parole sono ormai nell’universo

E niente di lui è andato perso.

Penso a chi lavora infaticabile

Per un mondo giusto

E che non sta a giudicare e ad argomentare

Contro l’omosessuale o contro il diverso

Lo trovo così del tempo perso

E si ergono muri

Che sono barriere mentali

E si perdono tutti gli ideali

Come quelli della fratellanza e della tolleranza

Almeno per i nostri figli C’è una speranza? 

Daniela d’Elia © tutti i diritti riservati – giugno 2017 


Filastrocca del rispetto

Sono andata all’arrembaggio

Senza casco a protezione

Ho evitato  un pestaggio

sostenendo  la  ragione

della buona educazione.

Tu non devi aver paura

di subire un oltraggio

se la pelle appare scura

quella è solo la natura

di una eterna abbronzatura.

Se un bambin  non ti somiglia

Non causargli sofferenza

Non trattarlo con distacco

e gratuita prepotenza

Ma accoglilo contento

Stai  facendo conoscenza.

Due uomini  si baciano in una piazza

Quel ragazzo è una ragazza

Un bambino con due mamme o due papà

non li offendere o maltrattare

cerca invece di imparare

cerca almeno di capire

Ora prova  ad immaginarti

In un mondo tutto uguale

Stessi occhi stessa faccia

Tutti a dir le stesse cose

Sei sicuro che ti piaccia?

di colore o di linguaggio

di sesso o religione

non si tratta di coraggio

ci sono tante differenze

può mai esserci ragione

a non dare il rispetto

se ti trovi a lor cospetto?

Non dar  tutto per  scontato

Per capire se è appropriato

Che persona tu vuoi essere?

Accogliente e intelligente?

Generosa e differente?

Se  invece non  vuoi sapere

L’ignoranza fa da padrone

resti solo imprigionato

e da solo incatenato

E se invece poi comprendi

e guardi alla persona

nel suo  cuore è  la bellezza

Falle pure una carezza

con una sol gentil parola

  “Ci son’ io accanto a te, e da oggi non sei sola!”

di  Daniela d’Elia © tutti i diritti riservati – giugno 2017 

La Città dei Bambini e la Giornata internazionale dei diritti all'infanzia/20 novembre


Ho il diritto di crescere, felice e sereno

di essere amato e curato

e di mangiar sano.

Ho il diritto di restare tranquillo

Ho il diritto di ridere e imparare

di giocare e di scoprire

di sapere e di capire

Di essere protetto e

Di essere trattato con rispetto

E tu che sei grande hai il dovere

Di dirmi qual è il bene e qual è il male

E io ho il diritto di essere bambino.

Insegnami a rispettare chi è diverso da me

E non morire perché non piace a te

e fammi capire cos’è la libertà

che ho il diritto di essere circondato da

tanta felicità!

 ©Tutti i diritti Riservati – D. d’Elia – luglio 2017

Dipendo da te

Mela Mangio

Di arancio vestita

Di rosso i dettagli

Ammicchi sfacciata

Mettendoti in posa

 Sugosa!

Mostri la chiappa pelosa

In fila a fare la spesa

Attendi di essere presa.

Ti tocco

Ti annuso

Accarezzo

E non sei manco cara di prezzo.

Ti prendo

Profumo dolce d’infanzia

Mi faccio la panza

Impaziente aspetto fremente

Le prossime ore

Per ripetere il rito

Con selvaggio furore

Ti penso

Ti pesco

Abbocco

Ti tocco

Ti mordo

Ti gusto

Risucchio

Scomposta

Perdo ogni decenza

Non posso farne a meno

Non posso stare senza

 

Amica polposa

Calma le mie brame

Dai morsi della fame

Riduci i danni

Dell’aumento di peso

Disseti l’arsura

Di questa calura.

Dipendo da te

Per Coca

Mia droga

E a te che dedico

Questa mia strofa

     ©Tutti i diritti Riservati – D. d’Elia – luglio 2017


Nel reparto di Pediatria


C’è una strana malattia 

È una forma di allergia,

è un batterio molto raro

non dà tregua e pace alcuna e compare all’improvviso

fa passare la paura e venir la ridarella

E contamina tutti quanti

I bambini e pure i grandi.

Rende forti e coraggiosi

Contagiando i più dubbiosi.

Gli scienziati e i professori

Han cercato poi la causa

Senza mai andare in pausa

Isolando il malandrino

E osservando poi il bambino

Han trovato la soluzione  e arresi alla ragione

Per la giusta terapia

a questa strana malattia.

Hanno visto che il piccino

Incomincia a star benino

Quando  il medico di turno

A lui prescrive

 iniezioni di fiducia

e sciroppo di coraggio

Senza poi alcun dosaggio.

Ma la cosa che succede e che appare a tutti strana

è  quel cuore così grande

che diventa poi  un gigante

quando il bimbo si lamenta

e la mamma si tormenta

E il dolore poi scompare

per l’amore che  circonda

che si intrufola e trionfa

Ed infine un bel sorriso poi compare all’improvviso

E sconfigge, scaccia e annienta

Ogni brutta malattia

Ed il bimbo poi va via

Dal reparto Pediatria

© Tutti i diritti riservati D. d'Elia -2015